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Le aziende che operano nel settore trasporti, ma non solo loro, devono quindi farsi carico della gestione del “rischio incidente stradale” ponendo in essere, per quanto in loro potere, adeguate misure di contrasto considerato che per molti lavoratori, come già detto, il “luogo di lavoro” è rappresentato dall’ambito viabilistico (interno/esterno l’area aziendale) organizzando un più generale “sistema di gestione” del rischio stradale, anche strutturato coerentemente con quanto previsto dallo standard ISO 39001:2019, che comprenda azioni efficaci in grado d’integrare l’esperienza acquisita nel tempo dai singoli lavoratori con concetti che vanno oltre la sola conoscenza tecnica di gestione del veicolo (Guida Sicura) e che, invece, siano rivolti all’acquisizione di strumenti analitici che possano consentire al lavoratore di adeguare il proprio stile di guida al contesto in cui sta operando modificando, quindi, il suo comportamento e stile di guida (Guida Difensiva).

Evidentemente, un’adeguata combinazione delle due azioni è in grado di integrare sinergicamente gli effetti positivi delle due modalità di addestramento.

Ma questo non basta.

Alla base di distrazioni e incidenti in auto, c’è sempre, di fondo, il comportamento umano, che gli ADAS, per quanto tecnologicamente avanzati, difficilmente potranno sopperire in toto alle molteplici decisioni cui è chiamato il guidatore.

Inoltre, dobbiamo prendere in considerazione anche la consapevole violazione delle regole del Codice della Strada (ad esempio rispetto della distanza di sicurezza, dei limiti di velocità, della precedenza, oppure utilizzo in modo non corretto del telefono cellulare, assunzione di alcool o droghe, ecc..), noto che tali comportamenti “consapevoli” sono alla base di molti incidenti a causa della mancata o non idonea percezione del rischio associato a questi comportamenti errati.

Al fine di cercare di agire concretamente sull’andamento del fenomeno infortunistico specifico, appare quindi indispensabile che tutti gli utenti della strada e, in particolare, i datori di lavoro e i responsabili aziendali, pongano specifica attenzione al tema degli spostamenti su strada e ai rischi connessi, attivando specifiche azioni che risultino efficaci e in grado di coinvolgere in modo proattivo tutti i lavoratori.

L’abilitazione alla guida di un autoveicolo, oggi, è concessa a chiunque superi un esame consistente essenzialmente nella conoscenza delle regole del codice della strada e una sufficiente abilità nella conduzione del veicolo, valutata per pochi minuti in contesti per lo più ordinari e non rappresentativi di tutte le difficoltà che potranno presentarsi nel corso delle normali attività quotidiane di ogni singolo lavoratore.

La “patente di guida”, quindi, è il risultato di un processo formativo standardizzato che, peraltro, non significa necessariamente essere riusciti a preparare un soggetto a guidare coscientemente.